Madonna del Sudore a Ripa.
Il prossimo 24 settembre festività della Madonna del Sudore. Vogliamo ricordarne l’origine e la storia. Abbiamo voluto inserire una vecchissima immagine.
“Esiste in Ripa Teatina tradizione che si fa risalire al 22 marzo 1728 la quale vuole che dalla immagine della Vergine Santissima, riposizionata nella sua sede originaria, si sia verificato una sudorazione di sangue. Tale tradizione è mantenuta viva non da documenti scritti dell’epoca, ma unicamente dalla commemorazione che il parroco ne fa ogni anno dinanzi ai suoi fedeli.
La storia ricorda come si ergeva in territorio di Ripa Teatina una chiesa fin dal sec. XIII, edificata sulla strada intercomunale che da Ripa Teatina porta a Castelferrato, e più precisamente nella località detta “acque vive”, luogo ove tuttora si dice esservi gli avanzi di una costruzione antica.
Il primo ed unico titolo di questa chiesa era S. Maria d’Alento. In quella chiesa si trovava originariamente l’immagine che oggi è al centro della nostra venerazione.
Come è facile osservare, l’immagine è antichissima. Gli intenditori l’annoverano tra i primi lavori ad olio su tela. Essa probabilmente risale al secolo XV e nulla vieta che possa essere stato dipinto dal pittore Antonio Solario, detto lo Zingaro, originario di Ripa e vissuto dal 1382 al 1455.
Osserviamo il quadro.
La Vergine è seduta in trono con il Bambino nudo, proprio per sottolineare che è Figlio di Dio fatto uomo, seduto sulle ginocchia materne, rivolto a destra nell’atto di correre tra le braccia di San Giustino. Il Santo in paramenti episcopali già pronto e felice di accoglierlo a sé.
A sinistra della Vergine si trovano in piedi due Santi martiri in atto di ammirazione e di preghiera. Quello sul lato esterno, ancora molto giovane, si riconosce assai bene per S. Vito, dal cagnolino che trattiene nella mano destra. L’altro Santo, dai lineamenti di una persona matura, è invece San Tommaso Apostolo, anche lui con San Giustino titolare della Cattedrale di Chieti.
Come tutte le cose umane, anche la chiesa di S. Maria d’Alento, per motivi che ci sfuggono, con il passare degli anni, andò in deperimento. Bastò una pioggia torrenziale più insistente del solito, di settembre 1685 e il giorno 19 dello stesso mese precipitò il tetto e stavano per crollare le stesse mura. Ma la Vergine, ivi fervorosamente invocata per vari secoli, fece sì che la sacra tela, che vi era custodita, fosse salvata.
Si trovavano ad abitare lì vicino i coniugi Vincenzo Valente e Lucrezia Ambrosini i quali staccarono senza indugi il quadro della Madonna dalla parete e la portarono in paese.
La sacra immagine non fu custodita in chiesa, perchè in questa si svolgevano lavori di ampliamento. Fu perciò presa in casa da un gentiluomo del paese, Don Antonio Briganti, che abitava vicino alla nostra chiesa. Egli la collocò al posto d’onore in una sala del suo palazzo. Questi avvenimenti, infatti, risultano non solo dalla costante tradizione, ma anche da un apposito verbale inserito nel secondo libro parrocchiale degli stati d’anima, a firma dell’arciprete Don Giuseppe Mastrangelo.
Passarono ancora gli anni, fino al giorno che nella tradizione di Ripa è ricordato come provvidenziale.
Si era già nella settimana Santa e precisamente la sera del lunedì santo, 22 marzo 1728. Il sole era tramontato da poco. Il popolo gremiva la chiesa parrocchiale che oramai aveva preso l’aspetto definitivo di oggi. Erano in corso le Sante Quarantore e si teneva la predicazione. Sul finire della funzione apparve sulla soglia della chiesa, la domestica di casa Briganti gridando e ripetendo forte:”Sacri ministri, fedeli tutti, gran miracolo della Gran Madre in casa nostra!” e si affrettò a tornare indietro per non rimanere priva della contemplazione del grande prodigio.
Che era avvenuto?
La donna aveva già apparecchiata la cena e, recitando la corona, si era avviata per portare il lume entro il portone del palazzo, in attesa del ritorno dei signori dalle sacre funzioni, compreso l’esemplare religioso Don Fulgenzio. Ma attraversando la stanza del quadro era rimasta sorpresa da un eccezionale chiarore che dava il quadro di Santa Maria d’Alento. Accostatasi, sul tavolo sottostante al quadro della Divina Madre, aveva notato gocce di sangue vivo e, istintivamente sollevato lo sguardo verso la medesima immagine, vide che tali gocce stillavano dalla fronte della Madonna e le scivolavano sul petto, sul dorso del celeste bambino, sulle vesti e infine fluivano sul quadro sotto il tavolo. La pia donna, non vedendosi subito seguita ed essendosi accertata della realtà del prodigio, tornò di nuovo sulla soglia della chiesa, mentre si era già data la benedizione con il Santissimo e tutti stavano per uscire di chiesa. Spingendosi avanti nuovamente, a viva forza, ripetè:”Sacri ministri, fedeli tutti, correte subito in casa nostra, gran miracolo della Madre di Dio!”.
Il popolo corse immediatamente in casa Briganti. Tutti constatarono di persona che quanto annunciato dalla donna era vero. Non restava che inginocchiarsi e, curvando la fronte fra le mani, riflettere al mistero della grazia.
Nelle tradizioni di Ripa la Provvidenza inseriva, in tal modo, una memoria della morte e Resurrezione del Suo Figlio, mistero a cui Maria aveva partecipato per prima e da vicino.
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