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Succede a Ripa …
Ecco le prime immagini del nuovo Complesso Bandistico “S.Cecilia” Città di Ripa Teatina, diretta dal M° Leontino Iezzi.
Domani 29 marzo Chiesa del Convento.
Donna de Paradiso è¨ un dramma di tono popolare con quattro personaggi – Maria, Cristo, il nunzio e il popolo – destinato alla rappresentazione teatrale.
Il poeta esprime nel lamento della Madonna per Gesù¹ sulla croce, il dolore di tutte le madri che non riescono a giustificare e ad accettare la morte del proprio figlio, carne della loro carne.
Nelle parole di Maria, alla disperazione di fronte al corpo martoriato di Gesù¹, si contrappone il ricordo dolcissimo e straziante del corpo del bambino, un tempo teneramente accarezzato e nutrito.
Nella prima parte della lauda, le parole di Cristo sono di consolazione per la madre, nell’ultima diventano più¹ solenni, superano la dimensione umana della sofferenza per far capire il significato della Resurrezione: la morte di Gesù¹ cancella il peccato originale e offre agli uomini la Salvezza di Dio.
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Dopo la morte della moglie, Jacopone da Todi, (1230 – 1306), entra come frate laico nell’Ordine francescano, all’interno del quale si schiera con forza tra coloro che vogliono seguire fedelmente la regola dettata da S. Francesco.
Per questo diventa un avversario di Papa Bonifacio VIII che lo fa imprigionare.
Nelle sue composizioni poetiche, in genere laudi, Jacopone tocca temi drammatici: la condanna dei vizi e del peccato, la penitenza e l’umiliazione come mezzi per giungere a Dio, il diprezzo del mondo e del corpo, la meditazione sulla morte.
La sua è una delle voci più intense e tormentate del Medioevo.
Sabato 27 un incontro per la Pace
(Dsl sito www.assisipax.org ).
PRESENTAZIONE DI ASSISI PAX INTERNATIONAL
L’associazione Assisi Pax International è nata per offrire un progetto di pace, per quanto possibile, al di fuori dell’utopia.
La pace che noi prospettiamo è un cammino concreto di civilizzazione umana; una meta che si sta configurando nel mondo. Ci sembra di poter affermare che la pace, nei secoli, è apparsa impossibile perché spesso presentata con discorso moralistico e consolatorio.
Basandoci sulla nostra capacità di impostare il rapporto interumano sulla positività di ognuno, pensiamo di poter creare un cammino di civilizzazione dell’umanità verso una situazione normale di pace. Pace infatti – come affermato dalla Gaudium et Spes – non vuol dire solo assenza di guerra, ma capacità dell’essere umano di rapportarsi al positivo.
E’ importante convenire che l’attuale assetto culturale dell’umanità poggia su prevalenti rapporti conflittuali e di potere a tutti i livelli. Una simile cultura che caratterizza il nostro mondo, dalla politica all’economia ai rapporti di varia natura, non può prevedere la pace come stato permanente dell’umanità , ma soltanto come sospensione temporanea dei conflitti. Pertanto la pace intesa come stato permanente dell’umanità , in tale contesto, sarebbe utopia. Noi però crediamo che la pace sia possibile. E conveniente.
Per questo lavoriamo per una civiltà di pace. Ma prima dobbiamo capire cosa sia civiltà e cosa sia veramente pace.
Per poterlo capire dobbiamo scomporre i termini e porci le domande:
Cosa è civiltà ?
Cosa è pace?
1- CiviltÃ
Detto in parole povere, ma operative, la civiltà è formata dalla tipologia dei rapporti che noi abbiamo con ogni altro essere. Questi rapporti possono essere, naturalmente, interumani, intercreaturali e con Dio (anche l’ateismo è un tipo di rapporto con Dio) su cui basiamo il nostro vivere e convivere. Per questo ogni società ha una sua civiltà avendo una scala di valori cui fare riferimento.
Esaminando la scala dei valori ci si rende conto del tipo di civilizzazione in cui si è inseriti. Ad esempio, se diciamo “civiltà occidentale”, intendiamo quella civiltà che ha una scala di valori comunemente accolti dalle varie società dell’occidente. Quindi non qualcosa contro altre civiltà , ma qualcosa di diverso, magari da confrontare con altre civiltà .
2- Pace
La pace non significa soltanto l’abolizione dei conflitti bellici. Per averla non è sufficiente far cessare le guerre o anche gli odi o anche gli atteggiamenti aggressivi dei singoli o delle società . Pace è un discorso da fare tutto al positivo, che inizia pienamente dopo che le guerre sono cessate, gli odi spenti e gli atteggiamenti violenti esauriti. La pace è quel che segue: una costruzione che si innalza, dopo aver cancellato gli odi o le guerre o le varie conflittualità .
Gli odi, le guerre, i conflitti possono essere esorcizzati solo quando una civiltà si basa sulla visione positiva di ogni essere e di ogni realtà . E ciò è possibile.
Detto in termini religiosi, pace è la ricostruzione dell’antico rapporto positivo dell’uomo con Dio, con se stesso, con gli altri, con il creato, con la stessa morte. Potremmo dire che pace è il ritorno nell’Eden, possibile dopo la redenzione operata da Cristo. Questo riferimento alla redenzione (naturalmente per me, espresso con linguaggio religioso) è foriero di grandissime aperture alla conoscenza.
3- Civiltà di Pace
Una civiltà di pace, pertanto, non consiste in un generico desiderio di pace e in alcune azioni di pace ugualmente generiche, o in una bandiera che sventola in un corteo. Pace la troviamo particolarmente in una cultura di positività della persona umana per cui la società si struttura facendo leva sulle qualità positive delle persone e non su quelle negative. Anche i nostri rapporti con ogni altra creatura, saranno basate sulla visione positiva che di esse abbiamo.
In questo modo, ad esempio, la vera ecologia sarà quella basata sul rispetto, sull’uso congruo e sull’apprezzamento di ogni realtà creata cui noi di Assisi Pax diamo il nome di pace con il creato.
Nostro compito è pertanto un cammino verso la costruzione di una civiltà che abbia come punto di forza il senso del positivo e lo scioglimento del concetto e realtà del nemico e della conflittualità . Ciò lo impariamo dalla lettura cristiana della creazione.
C’è una spiegazione da dare.
Noi, quando parliamo di pace facciamo abituale riferimento alla fede cristiana. Questo però non significa che parliamo all’interno della fede, ma significa che noi usiamo il linguaggio della fede per trasmettere convincimenti e proposte. La fede infatti ha un suo linguaggio che porta a conoscere la realtà dalla sua angolazione, che non è contraria alla conoscenza che abbiamo con la razionalità o la scienza. E’ come vedere un panorama da angolazioni diverse o la realtà con strumenti conoscitivi diversi quali la razionalità , la poesia, la pittura, la musica etc. etc. Ogni strumento conoscitivo mi parla dello stesso argomento con un linguaggio diverso ma ricco di conoscenza; pertanto complementare. Per questo usiamo il linguaggio religioso che è da tradurre negli altri linguaggi.
La lettura del nostro progetto di pace è mediato dalla lettura del Vangelo fatta da Francesco di Assisi così come intuito da fr. GianMaria Polidoro.
L’impegno per la pace risulta quindi prima di tutto come momento culturale per cui modifichiamo i nostri approcci:
a- il nostro modo di leggere la realtà e capirla;
b- il nostro modo di parlare usando, metodologicamente, un linguaggio che non trae spunto dalla conflittualità (ad es. non usiamo i verbi vincere, sconfiggere etc) che richiamano posizioni mentali conflittuali;
c- un metodo di dialogo basato sulla scoperta, evidenziamento e apprezzamento del positivo che è nell’altro;
d- un posizionamento nella società in modo nonviolento, della specifica nonviolenza di cui parliamo più sotto.
e- il convincimento che la pace non solo è possibile, ma anche conveniente (la convenienza sarà molla che sosterrà l’attenzione dei tanti).
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GianMaria (Rocco) Polidoro
È nato a Ortona (CH) il 09/02/33. E’ francescano residente in Assisi (Piazza Chiesa Nuova, 7), sacerdote dal 1957. Dottore in Filosofia; licenziato in S. Teologia.
. Dal 1972 al 1982, Direttore del Pensionato Universitario di Monteripido in Perugia e per alcuni  anni docente di Italiano presso l’Università Italiana per Stranieri di Perugia.
. Dal 1980 al 2005 Direttore Casa Editrice Porziuncola.
. Dal 1982,si occupa particolarmente del tema della Pace e della ecologia che chiama Pace con il creato. E’ del 1983 il suo primo libro sull’argomento intitolato “La Pace”.
. Nel 1984, confondatore del Centro Internazionale per la Pace fra i Popoli, fu uno dei due francescani che si recarono dal Presidente USA Ronald Reagan ed al Kremlino per indicare una via di dialogo come possibilità di superare la guerra fredda. Quindi, con gli altri membri del Direttivo, ha seguito i summits Reagan-Gorbacioff mantenendo buon contatto con le due Delegazioni.
. Inviato da gruppi di buona volontà degli USA ha incontrato Muhammar Gheddafi ed altri membri del governo libico durante i momenti cruciali della questione Looked..
. Allo stesso modo ha sollecitato l’inizio del dialogo di Pace in Mozambico incontrando il Presidente Samora Machel e i rappresentanti della guerriglia presenti a Lisbona, prima della nota attività della Comunità di S. Egidio in Roma.
. Dal 1991 al 1996, come Delegato Generale dei Frati Minori, ha restaurato negli uomini e nelle cose la presenza francescana in Albania.
. Nel 1997 fonda l’Associazione “Assisi Pax International”.
. Attualmente, su nomina della Segreteria di Stato, è Assistente Ecclesiastico mondiale del WUCWO (world union of catholic women organizations); e, su nomina della competente Sacra Congregazione, Assistente Religioso di Istituto.
Convinto assertore della necessità e convenienza della Pace, ha sentito l’esigenza di compiere passi avanti nella prospettiva di Pace, superando il concetto di non-guerra e teorizzando una “civiltà di Pace” intesa come frutto di una visione positiva della realtà da realizzare nell’ascolto, nell’incontro, nel dialogo e nella collaborazione; operando nelle singole culture con l’ausilio delle varie competenze umane.
Dà nome “Pace con il creato” all’ecologia poiché il concetto di pace riassume tutta una visione positiva della realtà attingendo dal Vangelo e dalla interpretazione offerta da san Francesco.
Per raggiungere questo scopo ha creato l’Associazione ASSISI PAX INTERNATIONAL (cfr. il sito www.assisipax.org ).