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3 – 4 agosto. Festa di S. Stefano
La celebrazione liturgica di s. Stefano è stata da sempre fissata al 26 dicembre, subito dopo il Natale, perché nei giorni seguenti alla manifestazione del Figlio di Dio, furono posti i “comites Christi”, cioè i più vicini nel suo percorso terreno e primi a renderne testimonianza con il martirio.
Così al 26 dicembre c’è s. Stefano primo martire della cristianità, segue al 27 s. Giovanni Evangelista, il prediletto da Gesù, autore del Vangelo dell’amore, poi il 28 i ss. Innocenti, bambini uccisi da Erode con la speranza di eliminare anche il Bambino di Betlemme; secoli addietro anche la celebrazione di s. Pietro e s. Paolo apostoli, capitava nella settimana dopo il Natale, venendo poi trasferita al 29 giugno.
Del grande e veneratissimo martire s. Stefano, si ignora la provenienza, si suppone che fosse greco, in quel tempo Gerusalemme era un crocevia di tante popolazioni, con lingue, costumi e religioni diverse; il nome Stefano in greco ha il significato di “coronato”.
San Mauro…in silenzio
Quest’anno la festa di San Mauro dell’ultima domenica di maggio si presenta nel più assoluto silenzio.
Da parte di cittadini o dell’Amministrazione ci appare un distacco completo. Pur in momenti di difficoltà la gente si aspetta un gesto di interesse da parte delle “superiori autorità” affinchè questi momenti di aggregazione non vadano a scomparire del tutto. E’ una dimostrazione ancora che si sono invertiti i ruoli tra amministrazione e popolo. Non è più l’autorità amministrativa o politica che offre e rinnova le tradizioni per la gente, al contrario è il popolo che offre al politico il momento di visibilità.
San Mauro.Immagini di una tradizione.
Come tradizione, l’ultima di maggio viene venerato, a Ripa, San Mauro abate.
Originariamente, il riferimento è riportato ad almeno trent’anni orsono, la circostanza offriva agli operatori della campagna ed allevatori, l’occasione di conoscere nuove tecnologie per i lavori dei campi. Venivano esposti mezzi agricoli (frese, trattori,..) ed animali (capre, pecore, agnelli, …). Era insomma l’occasione di apertura di un mercato tecnico ed agricolo per tutti i paesi vicini e non solo per Ripa. Si ricorda la presenza numerosa di cittadini dei paesi vicini. Oggi di tutto questo è rimasto ben poco. Solo un mercato con bancarelle e la curiosità dei bambini.
Quest’anno temperatura mite e tempo buono hanno consentito la presenza numerosa di gente devota al santo e di curiosi immergersi nella via principale tra le bancarelle che hanno offerto ogni genere di prodotti. Dalla classica “porchetta” di Ripa, alle classiche noccioline e prodotti per la casa.